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Coordinamento Provinciale Centri Sociali Anziani ed orti
“S. Ruscelli” di Reggio Emilia

Centri Sociali di Reggio Emilia

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Coordinamento Provinciale ANCESCAO di Reggio Emilia

BILANCIO SOCIALE 2015

Per la prima volta, lo scorso anno, affiancammo al nostro bilancio economico consuntivo il bilancio sociale. Una scelta che ha caratterizzato quella fase; una scelta che ci ripromettemmo di portare avanti nel tempo.

Ecco, di nuovo quest’anno, all’atto della presentazione del consuntivo 2015 offriamo alla attenzione di tutti i dati, le considerazioni, le valutazioni che si propongono alla luce della nuova annualità di bilancio.

Abbiamo raccolto in questi mesi i dati con gli stessi criteri con cui procedemmo l’anno precedente al fine di rendere più semplice una lettura comparata e così cercheremo di fare in futuro al fine di arrivare a leggere con semplicità la linea di evoluzione dei fenomeni sociali, in realtà complessi, che ineriscono tematiche difficili ed articolate che toccano la nostra Associazione ma più propriamente le trasformazioni e le contraddizioni della società nel suo complesso.

Non presentiamo quest’anno la pubblicazione su carta patinata come lo scorso anno per un motivo legato ai costi di un’operazione siffatta. Ci limiteremo con questo documento a riportare i dati ed i ragionamenti che tali dati ci hanno sollecitato.

Il contesto generale entrò cui abbiamo operato quest’anno non differisce di molto da quello dell’anno precedente e che con una formula tanto sintetica quanto chiara ci dice che abbiamo agito in un quadro di calo complessivo delle risorse a fronte di un aumento del bisogno sociale in tutti i suoi aspetti. Crescono le esigenze di tranquillità e di benessere sociale da riscontrare a fronte di una contrazione delle risorse umane e materiali di cui si dispone.

Permangono e si aggravano situazioni già presenti di mancanza di riforme (vedi i tempi lunghi con cui procede la riforma del terzo settore) e soprattutto la crisi economica così come quella di un volontariato attivo e presente non demordono. Anzi sul volontariato se non arriveranno provvedimenti reali di tutela e sostegno si fa sempre più concreta una tendenza già in atto che, a partire dalle più recenti norme sulle pensioni volte ad allungare sempre più il tempo-lavoro degli occupati, potrebbe “strutturalmente uccidere” o comunque fortemente ridurre il volontariato stesso. Inutile dire che oggi, non domani, gli avvicendamenti di volontari nei centri sociali sono sempre più difficoltosi disegnando scenari di un futuro quanto mai problematico.

D’altro canto una società come l’attuale con valori di fondo ormai ridotti a poco ed una capacità di partecipazione e di coesione sociale ancor più bassa (avete presente l’analisi compiuta dal professor Giuseppe de Rita del Censis sulla situazione sociale del Paese descritta come società mucillagine cioè appiccicosa ma senza alcuna tenuta sociale) il bisogno di più relazioni positive fra le persone, di più opportunità d’incontro, di più dialogo e di più aggregazione è sempre più forte ed avvertito.

In questo ambito si colloca la nostra attività dell’anno 2015 ed i numeri che la contraddistinguono che come sempre vanno colti nelle loro dimensioni generali e non in senso assoluto.

I numeri spesso dicono più di tante parole ma crediamo che le parole in questi casi vadano sempre pronunciate forti e chiare per ricordare come dietro a quelle espressioni numeriche ci stia il lavoro, spesso oscuro, di tanti cittadini volontari che appunto fanno vivere l’esperienza dei nostri centri sociali.

Come si noterà, e la cosa non è certo una sorpresa, molti numeri di sintesi generale hanno davanti un segno negativo che senza ipocrisie di sorta ci consegna tutta la precarietà e la pesantezza del momento che viviamo. La più forte crisi del dopoguerra entro cui tutte le organizzazioni politiche, sindacali, sociali hanno subito contraccolpi mai provati prima e che giorno dopo giorno interroga ciascuno di noi sul futuro prossimo della comunità in cui viviamo.

Nel nostro caso, fermo restando il numero dei centri sociali in attività nella nostra provincia, il numero totale dei tesserati passa dai 14.227 del 2014 ai 13.821 del 2015 con un -2,8%. Così i volontari passano da 1298 a 1254 (-3,3%). Il totale generale di ore di volontariato messi in campo varia dalle 250.000 ore del 2014 alle 244.878 del 2015 (-2%). La media giornaliera di ore-volontariato si scende da 685 a 670.

Sostanzialmente immutate le ore di attività volontaria del Coordinamento provinciale, di cui anzi si sono considerate solo parte delle ore-lavoro prodotte realmente, così come poco o nulla muta in termini quantitativi in ordine al lavoro dei volontari nell’ambito del turismo sociale (soggiorni, vacanza di sostegno, ecc.).

Numeri che visti nel quadro di insieme che li esprimono ci testimoniano di una sostanziale tenuta dell’esperienza reggiana di socialità e di aggregazione sociale dell’ ANCESCAO provinciale.

Una tenuta che denota dati di sofferenza ma anche tanta voglia di fare di continuare a fare nonostante le difficoltà. Anzi una lettura appena un po’ più attenta ci evidenzia come sia più sensibile la contrazione del numero dei volontari che non delle ore-lavoro prodotte quotidianamente il che dimostra che l’attaccamento ai nostri valori e dai nostri colori è forte e si esprime ancor con maggiore impegno di prima. Questo in tutti gli ambiti di attività.

L’esperienza degli orti sociali, per fare un esempio, ha trovato nuova energia. Erano negli anni precedenti 463 gli orti presenti su scala provinciale stanno divenendo proprio in questi mesi 503 con l’avvio di una nuova realtà ortiva presso un importante centro sociale del capoluogo. Esperienze ortive, ci piace rilevarlo, che rilanciano il discorso orti e che hanno alla base un progetto sociale, più di cultura della socialità che non di coltura di ortaggi, solido ed innovativo.

Ma è soprattutto l’enorme quantità e qualità di attività ed iniziative che mettono a valore una socialità vera, ricca, che costituiscono, anno dopo anno, il “tesoro” della nostra Associazione e dei nostri centri. Le schede-attività raccolte circolo per circolo evidenziano una quantità di iniziative così diversificate ed articolate che ci dicono della ricchezza di proposte che si è in grado di mettere in campo. Certo che segnali di preoccupazione ci sono e sono di diversa natura. Di nuovo non possiamo non rilevare il calo del volontariato attivo, soprattutto femminile, probabilmente sempre più richiamato a lavori familiari e di cura via via più forti in una fase in cui l’anziano, a fronte della precarietà diffusa, molto più di un tempo è punto di riferimento organizzativo ed anche economico nell’ambito familiare-parentale.

Così i rapporti con gli Enti locali, elemento determinante nella conduzione della vita quotidiana dei nostri centri, devono trovare quelle necessarie “manutenzioni” che ricollochino, laddove necessario, il centro sociale nel sistema di welfare locale in una logica di collaborazione, sussidiarietà e sostegno e non di subordinazione o peggio di individuazione nel centro sociale di quell’attore cui affidare compiti ai quali il governo locale non riesce più a far fronte. Occorre aprire un’ulteriore fase di espansione dei rapporti e relazioni che mettano valore massimamente ciò che i centri ancora possono dare ed esprimere in termini di aggregazione, socialità, protagonismo civico.

Guardando numeri, cifre e percentuali alla luce di questi ragionamenti possiamo senz’altro dire, dunque, che le esperienze ed il lavoro del 2015 “tengono” evidenziando entità e dimensioni di attività di tutto rilievo. Allora non possiamo non sottolineare che restano le stesse le finalità che già ci hanno mosso lo scorso anno nello stilare questo bilancio sociale. Finalità che sintetizziamo così:

1) conoscere meglio, noi stessi, la nostra realtà associativa cogliendone punti di forza e di debolezza tramite una documentazione che dia conto di quanto fatto;

2) produrre ogni anno un bilancio sociale in grado di fornire una fotografia della realtà nel suo divenire e costituire una sorta di biglietto da visita della nostra Associazione rispetto a tutti gli altri soggetti esterni isituzionali e non;

3) dare consapevolezza e valore all’impegno delle centinaia e centinaia di volontari che tutti i giorni provvedono alla gestione dei centri e delle attività senza i quali, non tanto noi, ma la comunità intera sarebbe socialmente più povera e deprivata.

Come Coordinamento provinciale, delle cui attività, come detto, solo in minima parte si riportano le ore-lavoro dei membri dirigenti volontari, l’impegno si riconferma lungo tre direttrici di lavoro fondamentali che sono appunto la stesura annuale del bilancio sociale; l’espansione e la qualificazione del sito Web provinciale con i sottositi dei vari circoli e la formazione che nel 2015 ha visto la realizzazione di tre giornate formative con complessivamente una settantina di partecipanti fra i dirigenti dei vari centri sociali.

Ci sta anche l’impegno, sul versante dei rapporti con la regione Emilia-Romagna, affinché i nostri centri siano tutti iscritti ai registri regionali delle APS e sul versante dei Comuni riconfermiamo tutta la nostra attenzione a quei rapporti politici ed a quelle sinergie operative che possono, per altri versi, essere ben esemplificate dai laboratori di quartiere e dalla sottoscrizione dei conseguenti “accordi di cittadinanza” che il comune di Reggio Emilia ha promosso in questi mesi per affrontare insieme le diverse emergenze sociali dei differenti quadranti territoriali cittadini.

Se il nostro obiettivo di fondo è sempre quello di creare benessere ed aggregazione sociale deve essere però altrettanto chiaro a tutti, a cominciare da chi governa il territorio, il contributo che la rete circolisica, di cui siamo parte non indifferente, da per il mantenimento delle condizioni di una buona tenuta anche economica del tessuto sociale non solo perché muoviamo iniziative ed interessi per tutto l’arco dell’anno ma proprio perché favorendo la tenuta sociale di un territorio si favoriscono pure possibili scelte e politiche di ulteriore sviluppo ed investimenti.

L’impegno, con cui chiudiamo, si incentra nel proseguimento di questo lavoro dandoci appuntamento al bilancio sociale 2016 nella primavera del 2017.

Come d’obbligo un sentito grazie a Federico Tedeschi ed a tutti coloro che hanno collaborato alla raccolta dei dati ed alla stesura del presente rapporto che ci auguriamo possa costituire momento di riflessione da parte di tutti noi e dell’intera comunità reggiana.

Il Presidente
Carlo Vestrali

Reggio Emilia, Aprile 2016.
BILANCIO SOCIALE 2015

TOTALE TESSERATI

DI CUI DONNE

13.821

5.307

TOTALE VOLONTARI

DI CUI DONNE

1.254

552

TOTALE ORE DI VOLONTARIATO PER LE ATTIVITA’

184.653

per ORGANIZZAZZIONE, SEGRETERIA e AMMINISTRAZIONE di ogni singolo Centro Sociale altre:

60.225 ore di volontariato

TOTALE GENERALE DI ORE DI VOLONTARIATO

244.878

ORE DI VOLONTARIATO GIORNALIERO

670

Non sono state considerate le seguenti attività dei singoli Centri Sociali e il corrispondente numero di volontari e ore impiegate:

  • – i pranzi e le cene che NON siano di solidarietà, per i quali si registra generalmente un aumento del numero di volontari impiegati;